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Michele Schirru

  • Quando un proprietario sceglie a chi affidare la vendita della sua casa, qual è uno dei primi criteri che vengono considerati?

    Se pensi alle provvigioni, ti sbagli.

    Il Property Academy Home Moving Trends Survey 2022-23 (UK) rivela che il 36% dei venditori sceglie l’agente immobiliare in base alla sua conoscenza del mercato locale.

    Solo l’11% cita le tariffe basse tra i motivi principali, e appena il 6% decide esclusivamente sul costo.

    Al contrario, qualità come ascolto e comprensione (73%) e professionalità/cortesia (72%) contano molto di più.

    E in Italia? I dati FIMAA ci dicono che il 10% la considera “irrinunciabile”.

    Inoltre, il 70% la riconosce come punto di forza di un’agenzia.

    Tradotto: non lo dichiarano, ma se manca… non ti scelgono.

    Fiducia e presenza locale: i numeri parlano chiaro

    Un sondaggio Zoopla (UK, 2025) rafforza il quadro:

    • il 20% dei venditori considera la vicinanza e la presenza locale più importante del prezzo;
    • il 13% sceglie l’agente perché è ben noto sul territorio per competenza ed esperienza.

    Non è quindi questione di “chi costa meno”, ma di chi ispira fiducia perché radicato nel quartiere, conosciuto, riconosciuto.

    E qui la domanda sorge spontanea: la tua agenzia è percepita come parte viva del territorio o come una sigla in più tra tante?

    Italia: perché conta “meno” anche se in realtà conta tantissimo

    I dati italiani mostrano una sfumatura diversa rispetto al Regno Unito.

    La conoscenza locale non viene citata come requisito primario. Perché? Perché i proprietari la danno per scontata.

    Come dire: “Se sei un agente della mia zona, ovvio che conosci il mercato.”

    Ma quando non lo dimostri, la fiducia crolla.

    La competenza territoriale non è un bonus, è un prerequisito, se poi la sai dimostrare in modo tangibile diventa un vantaggio competitivo enorme.

    Dal claim alla prova: come comunicarlo

    Quante agenzie scrivono “Conosciamo il territorio”?

    Troppe. Ed è una frase che suona vuota, generica, indistinguibile.

    Vuoi che i venditori ti credano? Devi dimostrarlo con i dati e con esempi concreti:

    • Prezzo medio al mq per ogni quartiere
    • Tempo medio di vendita negli ultimi 6 mesi
    • Tipologie più richieste (bilocali, trilocali, villette)
    • Micro-trend (“In questo quartiere i trilocali sotto i 90 mq si vendono il 20% più velocemente”)

    Quando comunichi queste informazioni in maniera regolare attraverso i tuoi canali Social e non solo, avviene la magia.

    Non stai solo raccontando la tua conoscenza: la stai mettendo sotto gli occhi del cliente: il 70% delle persone che la riconosce come punto di forza ti premia.

    Perché questi numeri sono fondamentali per il tuo posizionamento

    Il prezzo non è il driver principale: solo una minoranza sceglie per risparmiare.

    La fiducia conta più del costo: vicinanza, reputazione e competenza locale pesano di più.

    La professionalità è percepita: ascolto e cortesia sono driver quasi universali.

    Quindi, se il tuo marketing continua a parlare di “provvigioni basse” e “visibilità sui portali”, stai andando nella direzione sbagliata.

    Se invece dimostri di conoscere il territorio meglio di chiunque altro, non sei uno tra tanti: sei la scelta naturale.

    Il vero marketing è radicamento

    Il marketing immobiliare non è pubblicare immobili: non è dire “siamo su Idealista” e su tutti gli altri portali.

    È costruire fiducia nel tempo:

    • con dati locali chiari e aggiornati,
    • con una presenza costante nel territorio,
    • con la capacità di ascoltare e comprendere le persone.

    Vuoi continuare a sembrare un’agenzia tra tante, o diventare quella di riferimento nel tuo quartiere?

  • “Marketing e Agenzie Immobiliari, un ossimoro.”

    Così comincia Russell Quirk, imprenditore britannico e voce fuori dal coro del real estate. E no, non è un’esagerazione, è una constatazione dura ma necessaria.

    Per intenderci, l’ossimoro è:

    Figura retorica consistente nell’accostare, nella medesima locuzione, parole che esprimono concetti contrari. “lucida pazzia”

    In poche parole, il marketing sta alle agenzie immobiliari come il cervello sta a un manichino: puoi vestirlo bene quanto vuoi, ma se non ragiona e non cammina, non va da nessuna parte.

    Perché nel settore immobiliare — in Italia forse più che altrove — si continua a confondere la pubblicità con il marketing, la visibilità con l’autorevolezza.

    Ma se oggi la concorrenza è ovunque, se ogni zona è affollata da decine di agenzie che dicono tutte le stesse cose, cosa ti distingue davvero?

    Il grande equivoco: essere presenti ≠ essere scelti

    “Facciamo marketing: siamo su tutti i portali.”

    Quante volte l’hai sentito dire? Quante volte l’hai pensato anche tu?

    Essere presenti online non significa avere un’identità.

    Apparire in mezzo ad altri 12 loghi non vuol dire essere riconosciuti.

    Il marketing non è esserci, ma farsi scegliere.

    E per essere scelti, devi posizionarti: devi comunicare cosa rappresenti.

    Perché un proprietario dovrebbe affidarsi proprio a te?

    Cosa renderebbe insensata la scelta di un altro?

    Se non sai rispondere a queste domande, il marketing non può aiutarti.

    Perché il marketing amplifica solo ciò che sei — e se non hai una direzione, amplificherà solo confusione.

    Il branding: il vero asset dimenticato

    Quante agenzie italiane lavorano davvero sul proprio brand?

    Non parlo del logo, né dei colori coordinati del sito.

    Parlo di reputazione percepita. Di posizionamento strategico.

    Parlo della risposta alla domanda: “cosa pensano di te le persone quando sentono il nome della tua agenzia?”

    Quando diciamo “Apple”, “Tesla”, “Coca-Cola”, sappiamo esattamente cosa aspettarci.

    Se il tuo nome finisce nel passaparola di un venditore, cosa si attiva nella sua testa?

    Se la risposta è “boh, un’agenzia come tante”, allora hai un problema di branding.

    E nessun investimento su Facebook o Immobiliare.it potrà risolverlo.

    Il nodo: voglio tutto e subito

    Fare branding richiede tempo.

    Ed è qui che si rompe tutto, perché il nostro settore vive nell’immediato, nel qui ed ora.

    Quanti colleghi abbandonano un contatto se non si trasforma in incarico entro 7 giorni?

    Quante agenzie non coltivano un database, non mandano una newsletter, non fanno follow-up?

    Nel frattempo, si spendono migliaia di euro in portali o campagne “a freddo”, sperando nel colpo di fortuna.

    Ma la verità è semplice: senza costruzione, non c’è conversione.

    Senza fiducia, il proprietario non ti ascolta. E non ti ascolta perché sei senza un posizionamento, sei solo uno dei tanti.

    Il marketing che funziona davvero (e perché non lo fa quasi nessuno)

    Un brand forte prepara il terreno.

    Quando entri in casa di un venditore già convinto, non stai più vendendo: stai solo confermando una scelta.

    Chi ti conosce, si fida.

    Chi ti riconosce come diverso, è disposto anche a pagare di più.

    Ma chi lavora in questo modo? Chi ha la pazienza di costruire una percezione coerente nel tempo?

    Le agenzie che hanno capito questo non vendono più immobili, vendono la sicurezza di affidarsi a un certo tipo di azienda.

    In Italia, il panorama è spesso fermo a slogan generici, post copia-incolla e vetrine digitali senza anima.

    E se tu volessi fare qualcosa di diverso? Devi smettere di essere uno tra tanti

    Se vuoi che la tua agenzia venga scelta da proprietari e acquirenti, devi scegliere tu per primo chi sei.

    E comunicarlo con chiarezza, costanza, coerenza.

    Il marketing non crea valore, lo trasmette.

    Il branding non porta risultati domani, ma fa la differenza tra essere cercati o dimenticati.

    Nel 2025, non basta “essere su Instagram” o “mettere tutte le case su Idealista”.

    Serve una strategia, un’identità, un posizionamento.

    Non per piacere a tutti, ma per farsi scegliere dai clienti giusti.

    PS. Vuoi smettere di rincorrere i lead e iniziare a costruire autorevolezza?

    Inizia da qui → micheleschirru.it

  • Per anni il sito web è stato il biglietto da visita di ogni agenzia immobiliare.

    Homepage con foto patinate, molto spesso di case o persone non reali, sezione “Chi siamo”, qualche immobile in evidenza, modulo di contatto.

    Un modello che ha funzionato fino a quando internet era una vetrina.

    Oggi però la domanda è inevitabile: a cosa serve davvero un sito immobiliare così, nel 2025?

    La risposta, per la maggior parte delle agenzie, è scomoda: a niente.

    Tutti uguali, tutti ignorati

    Prendiamo un campione a caso di siti di agenzie immobiliari italiane.

    Cambia il logo, cambiano i colori, ma la sostanza è sempre la stessa:

    Elenco degli immobili (spesso preso in automatico da un gestionale), due righe di presentazione generiche, una sezione “contatti” che rimanda a un form che nessuno compila.

    Il risultato? Zero differenziazione, zero innovazione, zero conversione.

    Agli occhi del proprietario o dell’acquirente, visitare un sito o un altro è indifferente: stessi contenuti, stesso linguaggio, stessa sensazione di “già visto”.

    E infatti, guardando i dati reali, emerge un punto chiaro: il traffico organico dei siti delle agenzie è irrilevante.

    Le persone cercano case sui portali, cercano reputazione su Google, cercano conferme sui social.

    Non tornano mai spontaneamente sul sito di un’agenzia immobiliare.

    Il sito vetrina è un costo, non un asset

    Un sito web, se non porta valore reale, è solo un costo fisso: dominio, hosting, manutenzione tecnica.

    Molti titolari si illudono che “basta esserci” per sembrare professionali, basta averlo, ma non siamo più nel 2005.

    Quando per giunta tutti fanno la stessa cosa, non è più professionalità: è rumore di fondo.

    La differenza sta nel chiedersi:

    • Cosa succede dopo che una persona entra nel mio sito?
    • Trova qualcosa che non avrebbe trovato altrove?
    • Riceve una risposta più veloce, più utile, più chiara di quella che potrebbe avere su un portale?
    • Ha la sensazione di dialogare con un’agenzia concreta, autorevole, capace di capire i suoi problemi?

    Se la risposta è no, allora quel sito è già morto, anche se graficamente è nuovo di zecca e hai speso migliaia di euro per realizzarlo.

    Non basta mostrare, bisogna rispondere

    Il proprietario che arriva sul sito non vuole vedere la vetrina digitale dell’agenzia.

    Vuole risposte veloci, concrete, personalizzate.

    “Quanto vale il mio immobile in questa zona?”

    “Quanto tempo ci vuole per venderlo?”

    “Chi mi segue concretamente durante il processo?”

    “Che garanzie ho che non perderò tempo con visite inutili?”

    Nessun sito vetrina è in grado di offrire queste risposte in tempo reale.

    Ecco perché, lentamente ma inesorabilmente, i proprietari hanno smesso di considerare i siti delle agenzie come un punto di riferimento.

    Serve un cambio di paradigma

    La vera domanda, quindi, non è se il sito immobiliare sia morto.

    La vera domanda è: che cosa deve diventare per tornare vivo?

    La risposta passa per un concetto chiave: dalla vetrina all’interazione.

    Un sito che si limita a “mostrare” è condannato all’irrilevanza.

    Un sito che invece “risponde”, diventa immediatamente più utile.

    Non serve la fantascienza, non serve l’ennesima grafica scintillante: basta inserire strumenti che permettano alle persone di ottenere risposte.

    E oggi la tecnologia permette di farlo in modo semplice, accessibile, concreto.

    L’era dell’AI conversazionale

    Parlare di intelligenza artificiale può sembrare esagerato, ma in realtà qui il discorso è terra terra.

    Non si tratta di avere un sito che “pensa” al posto tuo.

    Si tratta di dotarsi di un assistente digitale integrato, capace di:

    • Rispondere alle domande più frequenti di proprietari e acquirenti;
    • Accompagnare l’utente verso un contatto reale con l’agenzia;
    • Dare l’impressione (giustificata) di un servizio moderno, attento, diverso dal solito.

    Un chatbot ben progettato, connesso alle informazioni dell’agenzia e allenato sulle sue procedure, vale infinitamente più di un carosello di foto immobiliari.

    Perché questa è una svolta

    In un mercato in cui le agenzie faticano a distinguersi, l’esperienza digitale è già parte del brand.

    Non basta dire “ci trovi in centro città” o “abbiamo 20 anni di esperienza”: queste sono frasi che tutti usano.

    La differenza si crea nel come una persona interagisce online con te.

    Un sito con AI conversazionale non è la bacchetta magica.

    Ma è il primo passo per trasformare il digitale da costo a investimento.

    Dal “ce l’ho anch’io” al “questo mi rappresenta davvero”.

    Il funerale del sito vetrina

    Il sito immobiliare tradizionale, quello fatto di slider e cataloghi infiniti, è morto.

    Non perché internet sia morto, non perché “i siti non servono più”, ma perché non risponde più alle esigenze reali di chi vende o compra casa.

    Le agenzie che continueranno a trattare il sito come un biglietto da visita resteranno invisibili.

    Quelle che invece lo trasformeranno in un luogo di dialogo e interazione avranno un vantaggio competitivo enorme.

    La domanda quindi non è “se” cambiare, ma “quando”.

    E la risposta è chiara: prima che lo faccia il tuo concorrente.