Qualche tempo fa ho creato PropTech Italia, il podcast italiano dedicato al mondo PropTech dove affrontare le tematiche che costellano l’universo real estate technology.
In linea generale, tutta la linea editoriale di questo blog e dell’attività dei miei canali social si è spostata in maniera massiccia verso il tema dell’innovazione e della tecnologia.
Sensibilizzare sull’impatto della tecnologia applicata all’immobiliare è un atto dovuto, bisogna recuperare quanto si è perso in questi anni. La trasformazione digitale che ha radicalmente cambiato tanti settori è inevitabile anche per l’immobiliare e bisogna tenerlo a mente.
I segnali ci sono tutti: il settore immobiliare è il candidato ideale per la prossima grande trasformazione digitale. Anche in Italia…
In questi mesi, mi sono confrontato con tanti colleghi, imprenditori, investitori e professionisti del settore.
Con alcuni di loro ho stretto importanti relazioni di fiducia; stiamo lavorando a pieno ritmo per rendere il tema PropTech sempre più acceso e condiviso.
Ci stiamo muovendo per mettere in piedi un organismo indipendente e slegato da dinamiche commerciali che tuteli, promuova, sostenga il movimento PropTech in Italia.
Il primo approccio è stato il PropTech Mob, un episodio del podcast in cui ho riunito 10 tra imprenditori ed esperti del settore per raccontare che cosa fosse per loro il PropTech.
È stato un successo, fare rete funziona ed è bellissimo.
Come accennavo in quel podcast, mi sarebbe piaciuto poter dare vita ad una vera e propria community con carattere istituzionale, riconosciuta dai player di settore e dagli stakeholders.
La risposta è la creazione di una Associazione no-profit che abbia come unico scopo la diffusione del PropTech.
Rappresentare e promuovere gli interessi di tutti coloro che fanno parte di questo ecosistema e vogliono beneficiare delle opportunità che ci sono.
L’appello che insieme ai miei compagni di avventura lanciamo è ampio ed rivolto a: aziende e startup PropTech, società immobiliari tradizionali, società di costruzioni, investitori in startup a più livelli, investitori nel mondo del PropTech, fornitori di servizi, etc.
La mission è – e dovrà rimanere – chiara e semplice:
sostenere in senso ampio la digital transformation del settore immobiliare italiano, promuovendo l’impegno tra le aziende PropTech e quelle tradizionali, creando un ambiente di lavoro condiviso e favorevole all’innovazione del settore.
Qual’è la mappa del percorso che abbiamo davanti? La strada è lunga, non è semplice muoversi in un labirinto di incertezza, composto da retaggi, abitudini, paure, paradigmi obsoleti e fortemente radicati.
La situazione economica italiana di fatto non aiuta, un Paese, il nostro, dove da tempo non si brilla per i risultati e le performance economiche.
A maggior ragione se consideriamo di trovarci nel bel mezzo di una delle più grandi catastrofi sanitarie ed economiche del mondo, il Covid19.
Ne usciremo vivi, tra qualche tempo, con le ossa rotte, con un’economia a pezzi ed il rischio di una recessione fortissima che possa addirittura sfociare in depressione.
Ma questo non deve farci paura, bisogna guardare la questione con positività e pensare a costruire. La tecnologia potrà solamente agevolare la ripresa di questo Stato.
La situazione in Europa è molto incoraggiante, se prendiamo in considerazione gli investimenti nel settore, come risulta dal report “PropTech 2020: the future of real estate” , redatto dal Prof. Andrew Baum dell’Università di Oxford ed in partnership con Unissu e Crunchbase.
Unissu, piattaforma leader del proptech globale, stima ci siano 3.219 aziende PropTech in Europa. Otto nazioni hanno al loro interno una lista di 100 o più aziende specializzate in proptech. Il Regno Unito guida la strada dal punto di vista del funding, attraendo investimenti considerevolmente superiori rispetto a qualsiasi altra nazione europea. Seguono a ruota Germania e Francia.
Scarica qui il report.
Come possiamo vedere dal grafico qui sopra, l’Italia è ultima della lista per milioni di dollari raccolti. Siamo il fanalino di coda.
Perché? Il motivo lo sappiamo tutti, lo accennavo anche nelle righe sopra.
Ma non bisogna demordere, i prossimi cinque anni saranno fondamentali per la rinascita dell’economia italiana e per l’evoluzione del settore immobiliare.
Il PropTech potrà svolgere il grande ruolo di catalizzatore e di risolutore delle tante problematiche che circondano l’immobiliare. Come? Rendendo il settore più efficiente e più performante, l’economia per prima trarrà beneficio.
D’altronde, l’immobiliare, con tutta la sua filiera e l’indotto, ricopre una posizione molto rilevante nell’economia nostrana e di qualunque Stato occidentale.
Come ci ricorda il PropTech Monitor 2019, la ricerca del Politecnico di Milano condotta da Stefano Bellintani, Ileana Bettani, Andrea Ciaramella, Silvia Leoncini, Chiara Tagliaro, sono state mappate 108 aziende proptech.
Dalle analisi effettuate è emerso che quasi il 70% ha avuto origine in una città del nord Italia; al centro e sud del nostro Paese si registra la fondazione, rispettivamente, del 15% e del 5% delle aziende. La porzione restante riguarda proprio le PropTech nate fuori dai nostri confini.
In particolare, la città “madre” della maggioranza delle PropTech italiane è Milano, nella quale risiede circa il 47% di tutte le PropTech e ben il 68% di quelle sviluppatesi nel nord Italia.
Clicca qui per approfondire e scaricare il Report.