“Marketing e Agenzie Immobiliari, un ossimoro.”
Così comincia Russell Quirk, imprenditore britannico e voce fuori dal coro del real estate. E no, non è un’esagerazione, è una constatazione dura ma necessaria.
Per intenderci, l’ossimoro è:
Figura retorica consistente nell’accostare, nella medesima locuzione, parole che esprimono concetti contrari. “lucida pazzia”
In poche parole, il marketing sta alle agenzie immobiliari come il cervello sta a un manichino: puoi vestirlo bene quanto vuoi, ma se non ragiona e non cammina, non va da nessuna parte.
Perché nel settore immobiliare — in Italia forse più che altrove — si continua a confondere la pubblicità con il marketing, la visibilità con l’autorevolezza.
Ma se oggi la concorrenza è ovunque, se ogni zona è affollata da decine di agenzie che dicono tutte le stesse cose, cosa ti distingue davvero?
Il grande equivoco: essere presenti ≠ essere scelti
“Facciamo marketing: siamo su tutti i portali.”
Quante volte l’hai sentito dire? Quante volte l’hai pensato anche tu?
Essere presenti online non significa avere un’identità.
Apparire in mezzo ad altri 12 loghi non vuol dire essere riconosciuti.
Il marketing non è esserci, ma farsi scegliere.
E per essere scelti, devi posizionarti: devi comunicare cosa rappresenti.
Perché un proprietario dovrebbe affidarsi proprio a te?
Cosa renderebbe insensata la scelta di un altro?
Se non sai rispondere a queste domande, il marketing non può aiutarti.
Perché il marketing amplifica solo ciò che sei — e se non hai una direzione, amplificherà solo confusione.
Il branding: il vero asset dimenticato
Quante agenzie italiane lavorano davvero sul proprio brand?
Non parlo del logo, né dei colori coordinati del sito.
Parlo di reputazione percepita. Di posizionamento strategico.
Parlo della risposta alla domanda: “cosa pensano di te le persone quando sentono il nome della tua agenzia?”
Quando diciamo “Apple”, “Tesla”, “Coca-Cola”, sappiamo esattamente cosa aspettarci.
Se il tuo nome finisce nel passaparola di un venditore, cosa si attiva nella sua testa?
Se la risposta è “boh, un’agenzia come tante”, allora hai un problema di branding.
E nessun investimento su Facebook o Immobiliare.it potrà risolverlo.
Il nodo: voglio tutto e subito
Fare branding richiede tempo.
Ed è qui che si rompe tutto, perché il nostro settore vive nell’immediato, nel qui ed ora.
Quanti colleghi abbandonano un contatto se non si trasforma in incarico entro 7 giorni?
Quante agenzie non coltivano un database, non mandano una newsletter, non fanno follow-up?
Nel frattempo, si spendono migliaia di euro in portali o campagne “a freddo”, sperando nel colpo di fortuna.
Ma la verità è semplice: senza costruzione, non c’è conversione.
Senza fiducia, il proprietario non ti ascolta. E non ti ascolta perché sei senza un posizionamento, sei solo uno dei tanti.
Il marketing che funziona davvero (e perché non lo fa quasi nessuno)
Un brand forte prepara il terreno.
Quando entri in casa di un venditore già convinto, non stai più vendendo: stai solo confermando una scelta.
Chi ti conosce, si fida.
Chi ti riconosce come diverso, è disposto anche a pagare di più.
Ma chi lavora in questo modo? Chi ha la pazienza di costruire una percezione coerente nel tempo?
Le agenzie che hanno capito questo non vendono più immobili, vendono la sicurezza di affidarsi a un certo tipo di azienda.
In Italia, il panorama è spesso fermo a slogan generici, post copia-incolla e vetrine digitali senza anima.
E se tu volessi fare qualcosa di diverso? Devi smettere di essere uno tra tanti
Se vuoi che la tua agenzia venga scelta da proprietari e acquirenti, devi scegliere tu per primo chi sei.
E comunicarlo con chiarezza, costanza, coerenza.
Il marketing non crea valore, lo trasmette.
Il branding non porta risultati domani, ma fa la differenza tra essere cercati o dimenticati.
Nel 2025, non basta “essere su Instagram” o “mettere tutte le case su Idealista”.
Serve una strategia, un’identità, un posizionamento.
Non per piacere a tutti, ma per farsi scegliere dai clienti giusti.
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